Mi è capitato spesso, nel corso della vita, di essere accusato di "radicalismo", "estremismo", "rigorismo" e quant'altro. Non nego che possa essere vero. Il divertente è che queste accuse erano quasi sempre accompagnate da pressanti inviti a cambiare. Non ho raccolto tali inviti, e sono stato rapidamente liquidato, spesso liquidato sui due piedi. Cosa devo pensare di questi comportamenti, visto che il "radicale", l'"estremista", il "rigorista" avrei dovuto essere io? Evidentemente sono incappato in soggetti che erano più "estremisti" di me...!
Trovo molto, molto divertente pensare che quella sia stata la sorte riservatami dai seguaci di teorie "perdoniste". Io che il perdono non ho mai particolarmente apprezzato, credo di essere stato sempre molto più magnanimo. Il problema è che appartengo - da sempre - alla categoria dei "cattivi" a prescindere. Per mia fortuna, mi sorregge un forte senso dello humour, perché, se dovessimo fare un'esegesi di questi comportamenti, davvero ne uscirei io con la patente di "estremista"...?
Piero Visani
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