E' un compito difficilissimo quello cui mi accingo. Uno di quei compiti che, se uno non riesce ad assolvere o si spiega male nel farlo, rischia una dannazione eterna più eterna di quella che ha già subito. Ma a me piacciono le sfide, dunque ci provo, per far capire che, nel mio animo, io sono sempre rimasto me stesso.
Capita a volte, nella vita, che da fuori si possa dedurre che certi programmi non si sono sviluppati come avrebbero dovuto. Posso dire che me ne dispiace, senza essere inteso come uno che "gufa"? Posso dire che è un dispiacere vero? Posso dire che mi sento comunque amico e solidale, senza essere frainteso? Posso dire che sono perfettamente consapevole che il mio posto è nella pattumiera della storia e delle storie, ma che vedo questa come un'occasione per sottolineare sommessamente come io sia un ex-amico ferito, non un nemico? Uno che comunque ha cercato di comprendere, sia pure senza riuscirvi.
So bene che corro un rischio enorme di essere male interpretato, totalmente frainteso. Ma lo corro deliberatamente. E' una delle poche occasioni che mi si offrono per ribadire che sono sempre stato sincero e ho sempre tenuto molto, moltissimo, a una persona. La colgo.
Piero Visani
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