martedì 16 luglio 2013

Who Dares Wins

      E' il celeberrimo motto della più famosa forza speciale del mondo, il mitico SAS (Special Air Service) britannico. Ci ho pensato ieri, vedendo in tv il fim Killer Elite, che racconta una vicenda legata all'intricata storia di questo corpo, e ci ho pensato ancora stamane, leggendo che ben due partecipanti alle prove di selezione del Reggimento, nella zona del Brecon Beacons, in Galles, sono morti per eccesso di fatica.
       La storia del SAS è molto controversa, ma mi ha sempre molto interessato per la sua eccezionalità. Ricordo una mia partecipazione a Londra, nel 1989, a un convegno NATO sul ruolo dei media e il mondo militare, e ricordo di aver preso parte a vari pranzi e cene sempre seduto a fianco di funzionari della Difesa britannica (a mia volta, io ero colà come consulente della Difesa italiana). Feci parecchie domande sul Reggimento, ma sempre incontrando un insormontabile "muro di gomma". Il Reggimento c'è, ma non se ne può parlare... Mai.
        Ricordo anche, negli anni Novanta, un viaggetto in Galles con la famiglia. Nel tragitto da Londra al Galles, passai per Hereford, località inglese dove all'epoca il Reggimento aveva la sua sede, ma pensai bene di non andare a dare un'occhiata alla medesima, visto che mio figlio era ancora piccolo e che problemi con il nervosismo di certi soldati di Sua Maestà britannica li avremmo poi avuti anni dopo, a Derry. Ricordo però il parco nazionale di Snowdonia, dove incontrammo un nutrito reparto di Gurkha in addestramento, e Umberto si stupì per la loro bassa statura, e poi le occhiate che demmo ai Brecon Beacons mentre ci dirigevamo verso Hay-on-Wye, la mitica "città dei libri", dove comprammo di tutto e di più.
       Del SAS, oltre alla storia e le imprese, talora alquanto controverse, mi è sempre piaciuto il motto, il mitico "Chi osa vince" (Who Dares Wins). L'ho eletto a mio motto ideale, almeno per certi periodi della mia esistenza, e posso dire che, anche se ho vinto raramente, ho osato sempre, e questo oggi mi fa molta compagnia, perché la mia è una solitudine senza rimpianti. Io ci ho provato, ad osare. Quello che conta è osare. Non cercavo garanzie sugli esiti, e neppure le ho trovate. Ma ho osato e non cesserò certo di osare. Audaci si nasce, non si diventa.
 
                              Piero Visani

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