Non so se accada anche a voi, ma a me ogni tanto chiedono di esibirmi in un personalissimo "ballo del qua qua", senza che io abbia le caratteristiche estetiche di una Romina Power dei bei tempi. Trattandosi di una cover di una cover (tale era infatti "il ballo del qua qua", cover di un pezzo intitolato Chicken Dance), nessuno fa attenzione al testo, che nel mio caso non parla di paperette, ma di "qua-rantena", "qua-resima" e tante altre piacevolezze.
Non mi lamento. Sono una persona che si conforma poco ai voleri altrui e dunque, di tanto in tanto, incorro nelle ire funeste di qualcuno e mi tocca ballare il mio "ballo del qua... qua...". Però in definitiva lo faccio volentieri, perché quel ballo, anche se poco adatto alla mia età, è sempre meglio che ritrovarsi ad essere il "caro estinto" cui è dedicata una marcia funebre. Estinto sì, e forse neppure troppo "caro", ma almeno danzante, magari un po' ridicolo, ma non proprio ancora al rigor mortis...
Piero Visani
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