Ho sempre cercato di parlare, di farmi capire. Lo cerco sempre e lo cerco tuttora. Non credo che tutti i dialoghi che ho svolto, in questi anni, fossero una finzione. Per quanto mi riguarda, erano veri, erano sempre attestazioni del mio pensiero. E non ho motivi per dubitare che non fosse vero quello che mi veniva detto. Poi, ad un certo punto, mi sono ritrovato ad essere una persona che diceva e faceva solo cose negative, fastidiose e noiose. Non ho niente da obiettare, al riguardo. Può darsi che davvero io abbia subito, in poco tempo, un terribile peggioramento. Tuttavia, c'è qualcosa che attesta non dico la mia buona fede, ma la mia continuità ideale con me stesso, il fatto che sono sempre io e che sto facendo e dicendo le cose che ho sempre fatto e detto. Ovviamente adeguate ai tempi, alle situazioni, alle persone, ma sono sempre Piero Visani.
Non discuto minimamente il fatto di poter essere diventato altamente sgradito, ma vorrei sommessamente sottolineare che il cambiamento non riguarda me, semmai la valutazione che si ha di me. Io resto me stesso: continuo a leggere gli stessi libri, ad ascoltare la stessa musica, ad amare lo stesso tipo di film, ad essere inquieto e attento a qualsiasi tipo di novità. Ad essere cerebrale, interessatissimo agli stimoli intellettuali, percettivo e curioso.
Non sono cambiato. Certo posso essere stato oggetto di un abbaglio, ma non sono cambiato. Continuano a piacermi le stesse cose che mi sono piaciute e, in mancanza di dialogo con gli altri, continuo a intessere un fitto dialogo con me stesso.
Ho fatto qualche nuova scelta, intesa soprattutto a non buttare via taluni bei ricordi che ho accumulato, a non "buttare via pezzi di vita e di persone", visto che ho avuto il piacere e la fortuna di incontrarle. Li sto raccontando per iscritto, li sto raccontando a me stesso, e non credo ci sia niente di male. Sto ricostituendo un quadro che mi dia il senso del mio esistere e lasci vedere al mio cuore tutto ciò che di bello ho incontrato nella vita. Non credo sia vietato, perché lo faccio esclusivamente come esperienza mia, che descrivo a me e racconterò in futuro agli altri.
Non mi sento particolare, in positivo o in negativo. Mi sento semmai impegnato a ricostruirmi, per aprire nuovi filoni di dialogo. Non ho pentimenti o risentimenti o quant'altro. Vivo la mia vita e spero di poter riprendere presto a comunicare, ad essere dialettico, a scambiare il meglio di me con quello di qualche altra persona. Non mi sento colpevolizzato, o colpevole, o ferito, od offeso. Mi sento me stesso, con qualche cicatrice in più, ma ben consapevole del fatto che anche queste possano esistere.
Spero di poter riprendere quanto prima qualche dialogo fecondo, di essere nuovamente protagonista di qualche dannunziano solus ad solam. Fa parte della mia indole, della mia natura e della stessa mia attitudine olistica. Credo di avere - e di avere avuto - sempre molto da offrire, e sto seguendo una strada mia, un percorso interiore, che mi consenta di raccogliere gli sparsi frammenti di Bellezza e di Sublime che ho avuto la ventura di incontrare in una vita fortunatamente non povera di stimoli, e mi solleciti a riprodurli e a diffonderli.
Sono stato talvolta accusato di essere soverchiamente egocentrico, ma non lo prendo come un'offesa o una critica. E' solo un giudizio affrettato o superficiale: chiunque abbia attirato, in qualsiasi momento, la mia attenzione, sa che tale attenzione può essere formidabile, verso chi mi interessa. Talvolta talmente formidabile da fare paura, e questo francamente mi dispiace. Lo capisco, ma non posso cambiare. Cerco l' "oltreuomo"; non posso offrire l'omuncolo o l'ometto.
Piero Visani
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