lunedì 10 giugno 2013

Adrenalina irlandese

       Il senso della vita si sta beneficamente spargendo in me, come una droga. E' un ritorno alla vita. Qualcosa per cui valga la pena di vivere. Le pagelle le ho prese tutte... e mi sono valse una bocciatura. Con i silenzi ci ho fatto i conti e con i mutismi ci ho fatto l'abitudine. Ma io sono io, mi presento in un certo modo e - come dire? - ho un mio mercato. Non "prendo" tanto negli ambienti borghesi perché - ovviamente - in quei circoli si approda per cooptazione e, essendo mediamente tutti delle teste di cazzo illetterate, è assai difficile che cooptino me. Farei un po' ombra, non credete? Non riuscirei a resistere, senza piegarmi in due dalle risa, alle spaventose cazzate che sparano a raffica, alle geremiadi fatte passare per riflessioni profonde, alla stupidità eletta a modo di vita.
      Ma con le "puledre irlandesi" in genere mi intendo al volo. Ci riconosciamo. Sappiamo reciprocamente chi siamo. Poi, ovviamente, di "puledre irlandesi" ce ne sono di vario tipo e foggia, ce ne sono di originali e di un po' meno originali, di vere e fasulle, di coraggiose e di timorose. Ma ci siamo sempre riconosciuti, e continuiamo a riconoscerci.
       Oggi, dopo aver fatto quella telefonata a cui accennavo ieri, ne ho riconosciuta con tutta probabilità un'altra. Il fisico c'è. La craziness pure. E la mia voglia di "puledre irlandesi" è inesausta. La penultima che ho conosciuto resta un autentico fiore, piena di qualità che non vuole sfruttare, ma tutte presenti e a me ben chiare. Poi ovviamente ciascuno fa di sé ciò che ritiene giusto, ma il maieuta l'aveva individuata, oh se l'aveva individuata... Lei ha preferito fuggire, e va bene così. Ma io non ho mica cessato la caccia alle altre, o sbaglio?
         Le premesse ci sono tutte. E sono estremamente promettenti. E la barriera sessuale, la più disturbante, l'abbiamo già abbattuta d'emblée. Bene, bene, bene... Morta (suicida) una "puledra irlandese", se ne fa un'altra, come in tutte le cose. Che altro potevo fare? Zoccolate ne avevo prese abbastanza...
 
                             Piero Visani
            

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