Sono di un'ingenuità disarmante. Chiunque, nel precipitare di una situazione personale e professionale, avrebbe compreso che non mi venivano date spiegazioni, anche se richieste, perché non c'erano spiegazioni da dare. Solo una truffarella da motivare.
Chiunque avrebbe altresì compreso che il mutismo, anziché frutto di inesistenti offese personali, era il modo migliore per evitare di parlare. Dunque nessuna manifestazione di disprezzo, ma una classica "fuga all'inglese" di chi era stato colto con le mani nel sacco e che naturalmente non aveva nulla, ma proprio nulla, da dire per giustificarsi.
Chiunque l'avrebbe capito subito. Io l'ho capito ora. Ci ho fatto la figura dell'imbecille sesquipedale, però io sono solido fidarmi del mio prossimo, se lo ritengo degno di stima. E così ho fatto.
Al tempo stesso, non mi fa paura rivelare la mia totale imbecillità. Mi piace elogiarmi, talvolta, ma so anche essere molto duro con me stesso, quando è necessario. Senza infingimenti. Avevo tutte le risposte davanti agli occhi e non sono riuscito a vederle. Sono un vero stupido, incapace perfino di vedere che sono stato buttato via quando non servivo più.
Va bene, lo ammetto: ci faccio una figura orrenda. Però meglio ingenuo che mendace.
Piero Visani
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