sabato 15 giugno 2013

Scapa Flow

       Sono uscito in mare aperto, su una goletta che era mia. Fungevo da capitano, ma come primus inter pares. Mi è stato detto che non andavo bene, nel mio ruolo, e allora ho preferito rinunciare all'attività marinara. Il che ha comportato la riconversione dell'unità da navale in terrestre, con qualche complicazione e qualche incomprensione.
        Avrei potuto rimanere a bordo, quale pseudocomandante dell'unità, ma ho una sufficiente esperienza di marineria per sapere che un comandante che non comanda si merita il disprezzo del resto dell'equipaggio. Così ho scelto la soluzione che scelse l'Hochseeflotte germanica nel 1919 a Scapa Flow, nelle isole Orcadi: l'autoaffondamento a tutela del mio onore e della mia dignità di marinaio. Piuttosto che consegnarsi al nemico, l'autodistruzione.
         Come sempre succede in casi del genere, la mia decisione non è piaciuta a tutti, ma non avevo scelta. Ora la mia unità è stata riconvertita ad altri impieghi e sta diventando più grande. Altri, coinvolti come me nell'autoaffondamento, hanno cercato giustamente nuove soluzioni e nuovi imbarchi. Sono i casi della vita, specie quando non si riesce a veleggiare tutti nella medesima direzione.
 
                                Piero Visani

Nessun commento:

Posta un commento