venerdì 28 giugno 2013

E ti vengo a cercare...

      No, non equivocate! Non è una persona specifica che intendo andare a cercare: è solo la vita, solo la vita. Dopo un'approfondita esperienza giudeocristiana, fatta di divieti, di ALT, di rinunce e patimenti, ho voglia di cambiare registro. NON ho espiato le mie colpe, perché non ho colpe. Voglio solo tornare a vivere.
      Dunque "e ti vengo a cercare" è riferito alla vita, alla mia concezione panica dell'esistenza, al mio amore per tutte le forme di olismo. Sono stato bloccato, fermato, "ALTizzato H-24" (direbbe Maroni nella splendida parodia crozziana), eppure "eccomi qua, sono venuto per niente, perché per niente si va" (Francesco De Gregori, La valigia dell'attore).
      Un antiutilitarista come me "viene sempre per niente", appunto "perché per niente si va", solo spinti, direi addirittura propulsi, dal proprio straordinario amore per la vita. E se ti capita di incontrare quelle che preferiscono la rinuncia, il mariagorettismo, il cerbiattismo e quant'altro, beh, ne prendi atto e dici: "ok, ma lasciatemi ricercare - con altre, ça va sans dire - una seconda chance (e una terza, una quarta, una quinta)...".
       Faccio molto sport, ma sono sempre pervaso da una "sana e consapevole libidine", che non viene spenta né dallo stress (che personalmente patisco poco o punto) né dall'Azione Cattolica (che ovviamente patisco molto di più).
       Sono pieno di interrogativi, anche molto profondi. Sono percorso da dubbi, alcuni dei quali anche esistenziali, ma poi "si accende il Dioniso che è in me" (la trovo una versione più pagana de "si accende il diavolo che è in me", dunque la preferisco) e sono pronto a scatenare la mia terribile "volonta di potenza". Lo so, le giudeocristiane fanno di tutto per trasformarla in una "volontà di impotenza" a loro così gradita ("vorrei, ma so, che lei, oh no...!; Ivano Fossati - Oscar Prudente, Pensiero stupendo), ma io non demordo.
        Niente baretti, ristorantini, corsette, regatine, ma l'incontro tra Dioniso e Pan, l'amore per la "bestia bionda", la consapevole soppressione di ogni rinuncia, di ogni limite, la realizzazione di ogni desiderio, anche il più impossibile, il più improbabile, il più "peccaminoso" (ah, l'orrenda concezione del peccato!), il più "perverso" (ah, l'orrore di definire tale ciò che è solo conforme a natura, a Madre Natura).
         Quale enorme differenza esiste tra i giochetti di società borghesi - con le loro storielline di corna, di amanti di cui tutti sanno, di "giochetti a tre per ingannare la noia", di finte "diversità" per farsi notare un po' di più quando si va alle cene del Rotary - e l'incontro "panico" con la natura, il sesso, l'amore, la morte. Andando sempre e comunque oltre. Là dove c'è la vita vera.
          Ti vengo nuovamente a cercare, vita vera. Mi manchi. Lasciamo le rinunce a chi ama reprimere e autoreprimersi, a chi si sazia delle amicizie su Facebook. Andiamo a riprenderci la carne, la morte, il diavolo. Largo al Superuomo! E, se fa paura, meglio!
 
                                    Piero Visani 

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