Nella mia vita, ho molto sbagliato. Come tutti e più di tutti. Ma, da soggetto analitico qual sono, ho sempre cercato non dico di porre rimedio ai miei errori, ma di analizzarli impietosamente.
Poiché negli ultimi tempi i miei problemi maggiori sono stati sul versante della comunicazione, sto analizzando tutte le peculiarità della medesima. Come potete ben comprendere, il passaggio da "quasi santo" a "certo carnefice" è stato talmente repentino da richiedere un minimo di autoanalisi. Perché è ovvio che una persona si difende sul piano personale, cerca di tutelarsi, e via discorrendo, ma poi deve anche cercare di capire se, in tale doppio salto mortale carpiato e con avvitamento, ci ha messo qualcosa di suo.
In tutta franchezza, sul piano della comunicazione mi sento totalmente innocente. Credo di aver davvero spiegato tutto, prima, durante e dopo. Meno innocente - lo ammetto - mi sento sul versante della gestione dell'ira, ma su questo aspetto sto cercando di intervenire, tant'è vero che, nelle ultime problematiche che si sono determinate in queste settimane in ambito di lavoro, sono stato elogiato da tutti per il mio senso della misura.
In definitiva, sto cercando di affrancarmi da eventuali errori. Mi importa molto riuscire a farmi capire. Non lo faccio certo per cambiare il passato, in quanto sono più che consapevole che, con le aperture di cui mi ero reso protagonista, non sarei stato buttato freddamente via, se non si fosse voluto altrettanto freddamente farlo, ma per cercare di farmi meglio capire in futuro. Per chi non ha prevenzioni - e io non ne ho - quella è l'unica cosa che conta.
Piero Visani
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