Ci sono delle implicazioni divertenti, molto divertenti, a sostenere con una certa continuità che si "cavalca con il diavolo". La più divertente di tutte è che, alla fine (o forse anche molto prima della fine), si viene creduti e ne possono discendere simpatici "processi alle intenzioni".
Amo alla follia i "processi alle intenzioni". Quando uno possiede un animo atrabiliare come il mio, perennemente a cavallo tra heimlich e unheimlich, i processi alle intenzioni sono la cosa migliore da farsi, perché, in effetti, chi conosce o può dire di conoscere le intenzioni di Belzebù?
Le intenzioni dei bancari e dei banchieri, per contro, quelle sono sempre note. E la normalità - si sa - ha un fascino consolatorio e irresistibile. E' la tipica "gravitazione al centro 'medico'". E' la vita dei Natali, delle Pasque, delle ferie estive, dei papa, delle mamme, delle festicciole scolastiche, dei fidanzatini, dei viaggi, degli sport, di tutto ciò che è banalmente regolare e terribilmente distraente. Sono la diversità e l'alterità dei "poveri di spirito". Che viene fuori - wunderbar! - anche quando il grande satanasso che sei neppure la sfiora, o la tocca o la solletica. Lo so che ho una totale e dichiarata "impossibilità di essere normale". Ma faccio così paura? Istigo davvero sempre e comunque alla "grande fuga". Se così fosse, ci sarebbe davvero da preoccuparsi. O forse no, perché essere interpretati per quello che si è a me non capita poi così spesso.
Bene: à chacun son goût... Ovvio che difficilmente Belzebù fornirà ciò di cui sopra. Se qualcuno ne ha nostalgia, è giusto che la coltivi.
Piero Visani
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