lunedì 17 giugno 2013

Alle fonti della vita

      Amo i bambini perché detesto la menzogna. Mi è capitato infinite volte, nella vita, di essere oggetto di inganni che io reputavo turpi, mentre chi di tali inganni mi faceva oggetto li reputava normali, scontati: "Eh, perché ti arrabbi tanto? Così va il mondo!".
       Ad un certo punto, ho cominciato a pensare che, per poter "ripulire" il mondo da certi grandi - falsi, utilitaristi, mendaci, sempre pronti a "caricarti" o "scaricarti" a seconda delle convenienze del momento - l'unico modo fosse intervenire sui bambini. In effetti, i bambini mi piacciono fin da quando ero ragazzino. Sono grandi in nuce, ma senza i difetti dei grandi. Si può tentare ancora di salvarli, di renderli franchi, diretti, dialettici, disinteressati, non utilitaristi.
       Mi rapporto sempre volentieri con i bambini. Cerco di seguirli, di capirli, di giocare con loro, di entrare nei loro meccanismi mentali. Cerco di capire che cos'è che faccia diventare un bambino sincero e leggiadro un grande falso e bugiardo. Molti dicono che, crescendo, si mettono in atto meccanismi di autodifesa. E' vero, ma l'autodifesa è qualcosa di profondamente diverso dall'imitazione. Anch'io, come tutti, cerco di difendermi dalle storture del mondo. Ma non cerco di farle mie.
       In questi giorni, dedicati alla riflessione approfondita su di me e su che cosa voglio veramente in questa fase della mia vita, l'incontro con la mia nipotina Aurora è sempre "un tuffo dove l'acqua è più blu". Bimba splendida, che ha compiuto cinque anni da meno di due mesi, è una compagna di giochi fantastica, che ha tutto da insegnarmi.
       Piena di vezzi femminini, ieri ha deciso che doveva avere inizio il suo addestramento tennistico e vi si è accinta sotto la mia guida. Armata di racchetta di dimensione e peso ridotti, classica per un bambina di quell'età, ha incominciato a cercare di colpire le palle in spugna, tipiche da addestramento prodromico, che le ho procurato.
       Stupendo vedere come seguisse alla lettera tutti gli insegnamenti che le venivano dati, in relazione alla posizione delle due gambe, dei piedi, delle mani, all'apertura della racchetta, al modo corretto di impugnarla.
        Un pomeriggio domenicale fantastico, lontano dalle brutture della vita, da chi vuole solo cose da te, da chi vuole solo prendere e mai dare, da chi ti usa e poi ti getta, da chi, se la getti a tua volta, poi si arrabbia (si arrabbia per la simmetria comportamentale...? Singolare...).
         Un pomeriggio che è anche un sogno, un sogno di onestà, di chiarezza, di verità. Nessuna menzogna, nessuna strumentalità, nessuno che ti vuole usare. Una boccata di aria pura. O forse, più correttamente, un'ora d'aria. Non posso dimenticare, infatti, che io il mio "processo di Norimberga" l'ho già avuto e si è concluso - ovviamente - con una condanna inappellabile. Senso della Storia e senso dello humour raramente procedono abbinati...
 
                                         Piero Visani

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