Non so se, per essere come sono io, ci voglia un fisico bestiale. Però posso garantire che ci vuole un animo bestiale. La capacità di resistere a tutto e a tutti. Di non piegarsi.
Il lavoro fortunatamente non mi manca, nonostante questi momenti terribili, e per il resto faccio appello a me stesso. Mi viene talvolta da sorridere a pensare che, se tutto fosse andato "come doveva andare", oggi sarei un perfetto "barboncino da salotto", di quelli da esibire nelle feste comandate. Un "fantastico amico", stimabile "come uomo, come maschio, come intellettuale". In pratica, un patetico burattino per simpatiche inibizioni borghesi. Ero stato in scena, con i miei fili e anche senza, per un periodo sufficientemente lungo, e lo spettacolo stava diventando stancante tanto per il burattinaio quanto per il burattino.
Stavo entrando in quella categoria di eunuchi professionali che, quando telefonano, vengo accolti a colpi di "Bubi carissimo, come stai? Che piacere sentirti!" Ero stanco di "baci di Giuda" [evocativo, no, come nome...?] sulle guance e di gente che "teneva moltissimo alla mia amicizia", specie se mi toglievo rapidamente di torno. Meglio accontentarli, no?
Ho fatto le mie scelte e ora sono un innominato e innominabile. Me ne dolgo, ma occorre tenere conto di una distinzione fondamentale: mentre nella seconda versione suscito un ribrezzo profondo in altri, nella prima purtroppo lo susciterei in me. E, dovendo fare una scelta, l'ho fatta. Essendo privo di una dimensione sociale, e dei relativi interessi, ho scelto la tutela della mia "orribile" identità.
Credo sia tutto chiaro.
Piero Visani
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