giovedì 13 giugno 2013

L'essenza rivoluzionaria

       Tanto di cappello al gruppo dirigente grillino. Ha capito una cosa fondamentale, che in Italia - siccome le vocazioni personali inclinano tutte, chi più chi meno, al compromesso - la rivoluzione la possono fare, come in tutto il mondo, del resto, solo i "duri e puri".
        Non ci sono compromessi, "inciuci" che tengano. Non c'è la via parlamentare alla rivoluzione, tanto meno quella ragionevole o compromissoria. C'è la rivoluzione e basta.
         Si fa in un modo, per via ovviamente totalitaria, e solo in quello. Si può vincere o si può perdere. Ma non c'è alcuna possibilità dialettica. E' una cosa da guerrieri, come sostiene giustamente Grillo. Il guerriero non vuole pareggiare. In guerra o si vince o si perde.
          Capisco il rigido senso di chiusura del gruppo dirigente grillino che, se si muove così, dimostra di sapere bene ciò che vuole. Non capisco quanti vi abbiamo aderito, abbiano magari rimediato un posto in Parlamento e ora tirino fuori una vocazione compromissoria che fa sorridere. Nelle rivoluzioni, non c'è rapporto "movimento-gente". Non è il movimento che va alla gente, è la gente che deve andare al movimento. Per irresistibile attrazione. Se non ci andrà, non avrà sbagliato il movimento, avrà sbagliato la gente. Il perché è semplice: il movimento non porta avanti un programma politico. Perché dovrebbe? Porta avanti un'idea salvifico-taumaturgica. Del resto, nelle condizioni italiane attuali, quale programma politico potrebbe salvarci? Solo una trasfigurazione salvifico-taumaturgica dei nostri problemi può portare a mutare le carte in tavola, a sparigliare certi giochi (della grande finanza internazionale) e a salvarci.
         Non esistono soluzioni parlamentari, non esiste ragionevolezza. Esiste sogno. Del resto, dalla situazione allucinante in cui ci hanno precipitato le attuali classi dirigenti, secondo voi si esce con la ragionevolezza? Vogliamo prenderci in giro? Si esce con un sogno, al limite anche con un'allucinazione o con un sogno allucinato. Credete che servano i ragionieri o gli economisti? No, servono i creatori di mito, i mitopoieti. E' ridicolo economicismo, è economicismo di quarta serie pensare che, dalle situazioni attuali, si esca con la ragionevolezza o "mettendo a posto i conti". Non serve nemmeno la politica, che è l'arte del possibile. Serve solo ed esclusivamente la rivoluzione, che è l'arte dell'impossibile.
         Ce la faranno i grillini? Non sono in grado di fornire la risposta. Ma l'approccio manicheo - "o noi o loro!" - è più che corretto, è perfetto. E' un modo sommesso di dire alla gente: "li avete sperimentati per quasi settant'anni. Vi piacciono? Vi hanno giovato? Se sì, teneteveli. Se no, cambiateli". Proposta più chiara di così non potrebbe esistere.
          Non è questione di toni, cari grillini moderati, è capire se state facendo una rivoluzione o una farsa. Fareste bene a cercarlo di capire voi per primi, no...?
 
                                           Piero Visani

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