Il gusto di assoluto mi ha perso, lo so. Non sono mai riuscito a spiegare ad alcuno che, in nessuna circostanza, potevo accettare situazioni di mediazione che non fossero da me intimamente condivise. E naturalmente, con il tempo, mi sono fatto una solida fama di soggetto da "o tutto o nulla", il che, nella società contemporanea, adusa ai più biechi compromessi, mi ha portato quasi sempre a rimanere con nulla in mano, piuttosto che con tutto.
Nella mia abissale ingenuità, ho sempre sperato che, visto che rimanevo pressoché sempre con nulla in mano, almeno quel mio gusto di assoluto e quella mia scarsissima vocazione compromissoria fossero non dico apprezzati, ma almeno compresi.
E proprio lì mi sbagliavo, perché le maggiori ostilità, in vita mia, le ho raccolte proprio su quel versante: "ma come, non vuoi mediare, non ti accontenti? Scegli di rinunciare a tutto pur di non doverti accontentare di metà?".
Quand'ero più giovane, cercavo di giustificare questi miei comportamenti, talvolta anche in maniera un po' goffa. Poi, invecchiando, ci ho rinunciato. In genere, li lascio emergere progressivamente e, quando vengono fuori, cerco di anticipare le reazioni che susciteranno nella mia controparte, sapendo bene che, il più delle volte, uscirò perdente.
Mi dispiace. Sono consapevole di aver prodotto anche qualche dolore e qualche danno con i miei comportamenti, ma ho "il complesso del soprammobile". Non mi va di essere un soprammobile, anche di pregio, che viene messo in mostra su qualche bel mobile ed esibito se serve o se è gradito.
Non fa per me. Ecco perché, quando mi presento progressivamente a qualcuno, cerco di far emergere rapidamente questo mio lato caratteriale, perché so già, per esperienza, che può provocare disastri. Ma io ho un odio terribile per le mezze misure, le mezze soluzioni, le mezze storie, le mezze amicizie, le inibizioni, le repressioni. Ho il terrore di sentirmi, nelle vicende della mia vita, come i protagonisti di quei telefilm americani - stile NCIS, tanto per fare un nome - dove tutto è rigorosamente asessuato perché così prevede la morale corrente, la morale di una società cristiana e dunque intrinsecamente sessuofobica.
Trovo ad esempio francamente penoso, ben oltre i limiti del ridicolo, che per stagioni dietro stagioni e decine e decine di puntate, l'agente speciale Anthony Di Nozzo e la sua collega Zhiva David - tanto per rimanere nella metafora di NCIS - pur avendo decine di occasioni per "strapazzarsi ancora come otarie" (citazione da Ecco i negozi, di Lucio Battisti e Pasquale Panella) e avendone altresì parecchia voglia, si suppone, di farlo, si lascino invece rinchiudere in noiosissimi esercizi di castità, evitando di "passare attraverso" all'unica esperienza che manca al loro rapporto ed evitando così di renderlo completo, o di romperlo. Un gigantesco coitus interruptus che è forse funzionale a mantenere viva la tensione erotica in soggetti altamente repressi, sotto il profilo sessuale, come gli americani, ma che fa cascare le braccia dalla tristezza e dal senso di vuoto a uno spettatore come me.
Non condivido le morali correnti, non so che dire. Fin che faccio male a me stesso, non c'è problema, fa parte della mia Weltanschauung di derivazione nietzscheana. Mi dispiace se faccio male ad altri. Ma non l'avevo mai nascosto, questo mio orientamento, anzi sono sempre solito giocare a carte scoperte. Impossibile farmi intepretare storie di repressione sessuale. Sono fuori parte. Chiedo scusa a tutti, non intendo offendere. Ma non medio. O tutto o nulla, come sempre. Queste sono le soluzioni che io conosco. E il nulla può fare male, anche molto, ma ha il dono fantastico della coerenza ed è privo di tristi risvolti onanistici.
Io sono così. Sono un uomo verticale, non un ometto/soprammobile. Lo scrivo senza alcun intento polemico. E' solo che tengo molto a dare testimonianza coerente di me. Tutto qui. Non vorrei essere ricordato come un uomo come gli altri. Ne ho orrore. E tanto meno vorrei essere ricordato come un "amico impagabile", un "maschio stimabile" e via lagrimando. Meglio, mille volte meglio essere quel "bastardo estremista" da cancellare da tutto e tutti. Per me va bene. Quello almeno sono io; l'altro no.
Piero Visani
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