sabato 8 giugno 2013

La valigia delle emozioni

        Mi piace sentirmi nuovamente in movimento, con la valigia delle emozioni che riprende a dischiudersi. Di norma, ciò accade quando sento che nel mio cuore riprende ad agitarsi un diavoletto beffardo, amante dell'ironia, della provocazione, della voglia di fare cose strane.
         Non è comunque un periodo facile, per me, forse perché - essendo un periodo di scrutini di fine anno scolastico e di esami vari, di maturità e accademici - il numero di pagelle che ricevo è superiore ad altri periodi dell'anno (dove già ne ricevo tante).
         Come quando andavo al liceo, la mia disposizione mentale è orientata su uno slogan semplice e assai poco gradito ai più, che è il fascistissimo "me ne frego!". Non per un omaggio a un regime che non ricordo con particolare piacere e tanto meno con nostalgia, ma perché mi riporta alla mente lo straordinario - e bellissimo - fascismo delle origini, il "fascismo movimento" della celeberrima contrapposizione defeliciana, il fascismo del Vate, quello di Fiume, dove la rivendicazione della dignità nazionale non passava per le trombe della retorica, ma per l'impegno diretto, le orge, i paradisi artificiali (ante litteram, e dunque che valevano doppio). Il fascismo della disciplina condivisa, non imposta; il fascismo orgasmico; il fascismo futurista, moderno, tecnologico, estetizzante. Il concentrato di tutte le bellezze possibili, di una vita condotta con velocità, irrazionalità, promiscuità, orrore per le convenzioni borghesi, diversità. Spregio delle rinunce, delle continenze, dei perbenismi. Il fascismo del vivere di più, del "meglio un giorno da leone che cento anni da pecora".
        Resta da chiedersi dove sia finito, durante il fascismo regime, il fascismo movimento. Ma la risposta è semplice: la gente comune, i perbenisti, gli abitudinari, i ragionieri del corpo e dell'anima, vogliono, pretendono, esigono i regimi; dei movimenti hanno terrore. Conoscono solo regolette certe, cui adeguare le loro testoline (vuote) e i loro corpicini (poco usati per copule a iosa, anche quando sono esteticamente perfetti, peccato!). Dunque regole, regimi, Concordati, norme, morali (che spengono cuori e soffocano ardori). Vite buttate via nel rispetto di non si sa che (qualcuno direbbe di se stessi, evidentemente perché è un fan dell'autoproibizionismo...). Vite sprecate nella rinuncia, nel dare il buon esempio (a chi? A che? Diamo il cattivo esempio fin che siamo in tempo, perché non è cattivo, è buono), nel sottrarsi sempre a qualcuno, a qualcosa: a un amore come a una passioncella, a un'esperienza divertente come a una intringante, per affogare il tutto in quelle belle amicizie in cui si riflette assieme sul niente, si misura la reciproca paura di darsi, si corre felici verso l'invecchiamento, da bravi morti viventi, magari accompagnando il tutto con tanta pratica sportiva, che serve - si sa - a scaricare tensioni, pulsioni e frustrazioni varie.
         Come il vaso di Pandora, la mia valigia delle emozioni si sta riaprendo. Ovviamente di ragioniere del tipo testé descritto in giro ce ne sono milioni, e certamente le incontrerò tutte io. Desterò il loro odio, nel caso le incontrassi. E il perché è semplice: solo io potrò dire che ho vissuto... La loro "vita", in effetti, cos'è: un fenomeno BVM...?  [mi piace, questo finale, mi è venuto proprio bene!]
 
                    Piero Visani

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