mercoledì 5 giugno 2013

Le "diversamente maschio"

       "Non mi sento amato dalle donne". Questa la conclusione amara cui perviene Vasco Rossi nell'intervista comparsa oggi su "La Stampa" di Torino.
        Beh, caro Vasco, neanch'io, neanche un po'. Mi sono messo a scrivere, con molta maggiore frequenza di un tempo, perché così sono riuscito a crearmi una nicchia dove cercare di sopravvivere, in mezzo alle urla e agli strepiti di mogli, ex-fidanzate, ex-amanti, ex-amiche, tutte pronte a darmi addosso.
       Lo so - non ne sono certissimo, lo ammetto, ma il merito di voi femmine è di alimentarmi quotidianamente il dubbio - di essere un essere schifoso, dalle connotazioni assolutamente mostruose, un maschio tra i peggiori possibili immaginabili, di quelli che non fanno niente in casa, che non aiutano, che non portano abbastanza soldi, che se li portano li spendono in cazzate (o in amanti). Lo so, però chiedo sommessamente: visto che fino a che non farò mia l'etica del Bushido non mi sarà lecito suicidarmi, il mio modesto suggerimento è: "suicidatemi!". Per quello che mi importa di questa vita, mi fareste un grosso favore e, se so che la sola idea di farmelo potrebbe indurvi a non "suicidarmi", potrei sempre mentire e dire che no, non me lo fareste, questo favore.
        Purtroppo sono un maschio di vecchia generazione, cresciuto quando ancora ti trasmettevano i valori guerrieri, e non riesco a identificarmi nei giovani eunuchi, astinenti, grandi amici delle loro compagne, ambientalisti, pronti a piangere per un nonnulla e grandi esperti di pappine e pannolini.
        Sì - lo ammetto - ho cresciuto io mio figlio, mentre mia moglie lavorava, gli ho fatto sentire quanto suo padre gli fosse vicino, ma - si sa - quello non è un merito. I maschi non hanno meriti, fanno schifo a prescindere.
       E allora consentitemi una piccola protesta che, per esplicarsi, adotterà le forme classiche del "politicamente corretto", in modo da essere accetta e non respinta al mittente.
       Non ne posso più delle donne "diversamente maschio", di quelle che, dal giorno in cui le hai conosciute e - stupido come sempre - ti sei fatto fare fesso da due moine e due scodinzolamenti, cominciano a spaccarti i marroni e non la finiscono più, a infinito.
        Sono ridotto al silenzio e mi sono rifugiato in una mia nicchia, dove scrivo e mi isolo, chiedendomi se avrò prossime vite, ché questa ormai l'ho buttata via.
        Ho sognato, per tutta la mia vita, di trovare una femmina accogliente e non fatene - ve ne prego - una banalissima questione sessuale, che tale non è. Con "accogliente" non intendo una donna disposta a giacere con me, né prima, né dopo, né mai, ma una che, oltre a rovesciarmi addosso le sue infinite frustrazioni, volesse ascoltare anche qualche parola sui miei problemi, sulle "ragioni del torto", che non mi considerasse un idiota senza testa (e - ahimé - anche senza pene), ma un essere umano non bisognoso soltanto di pagelle, di voti, di improperi, di giudizi non richiesti, ma di una briciola di calore umano, sgorgata da chissà dove, non importa.
        Si esortano sempre gli uomini attuali a dare libero corso ai loro sentimenti, a mostrare ogni tipo di emozioni, anche quelle meno virili. Ne prendo atto e lancio un appello alle mie care "diversamente maschio". Che ne dite di provare anche voi a dare prova di sentimenti ed emozioni che non siano solo quelle di Santippe, e di afflati relazionali che non siano solo quelli di Lisistrata?
       Io sono troppo vecchio per nutrire qualche speranza e perfino per diventare gay - soluzione che, al momento attuale mi sembrerebbe la meno disprezzabile, visto che maschi che mi capiscono ne ho molti, mentre di donne non ne conosco alcuna - ma insomma, vista la mia età, posso sempre trascinarmi tra un lavoro e l'altro, un libro e l'altro, uno scritto e l'altro. Tanto, tutto quello che dovevo perdere l'ho perduto da tempo. Ma sono preoccupato per i maschi che hanno circa 30 anni, come mio figlio. A mia consolazione, devo dire che li vedo molto più abituati di me alle "diversamente maschio" e prendo atto con soddisfazione che cercano soprattutto di sfuggirle, non spaventati - come me - dall'idea di dover passare una vita nell'astinenza e nell'anaffettività. Per loro, probabilmente, sono dati consustanziali, cui si sono già abituati. Io purtroppo stento a farlo. Qualche donna vera, con un po' di fortuna, sono pure riuscito a conoscerla, in anni lontani. Ma, nel parlarne, mi sento un reduce: pessima sensazione!
 
                                       Piero Visani

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