Ogni tanto capita, nelle circostanze più diverse, di incontrare una ex. Non ne ho moltissime, ma ne ho. Le mie si dividono in quelle con cui mi sono lasciato bene e quelle con cui non mi sono lasciato bene.
Con le prime, i rapporti sono facili e gli incontri, quando avvengono, sono teneri. C'è la complicità classica - non agevolmente descrivibile ma innegabile - di chi ha condiviso varie intimità, inclusa quella sessuale. E tutto tende a diventare un simpatico "amarcord" che, nel caso la ex ne avesse voglia, potrebbe anche sfociare nella stesura di qualche nuova puntata di una vecchia storia...
I veri problemi nascono con le seconde, che - nel caso di chi scrive - sono in numero superiore alle prime e, per motivi vari, non paiono avere un buon ricordo di me.
Come i lettori del blog sanno bene, ho la tendenza a restituire, talvolta con gli interessi, le "piacevolezze"di cui sono stato oggetto da parte di quelle donne che io ritengo mi abbiano mancato di rispetto e poiché molte donne, specie quelle aggressive, tendono a ritenere che l'aggressività sia una peculiarità loro, e non degli uomini con cui si sono rapportate, in genere non hanno un piacevole ricordo di me. Non so se ricordano che mi hanno "bastonato" (tenderei a ipotizzare che lo abbiano rimosso dalla loro mente, è più comodo e fa sentire innocenti "a prescindere"...), ma posso garantire che si ricordano benissimo delle mie dure reazioni. E questo, non si sa perché, le inviperisce.
La mia personale tesi al riguardo è che, in un periodo di totale "femminilizzazione" del maschio, molte donne, specie se di età parecchio inferiore alla mia, pensano che il maschio sia uno di quei sacconi che si usano negli allenamenti pugilistici, contro i quali infierire con un numero infinito di cazzotti, certe della più totale incolumità e della assoluta mancanza di reazioni. Non dubito che di maschi così ce ne siano, anche parecchi, ma io sono diverso. Io, se picchiato, picchio a mia volta, cercanto intenzionalmente di fare male, molto male. Studio queste problematiche fin da giovane, sarebbe strano che non sapessi come si fa.
Sul piano fattuale, questo si traduce nel fatto che, se una ex con cui mi sono lasciato male mi incontra, in genere tende ad evitarmi come il fuoco, a fare finta di non vedermi, a ignorarmi. Io la lascio fare, ovviamente, ma la mia naturale propensione è invece sempre quella al re-incontro: in effetti, se ciò che non è andato bene sei mesi o sei anni fa, perché non potrebbe andare bene adesso, se solo si prova a spiegarsi? O, più semplicemente, perché non smorzare le ostilità? Non si tornerà amici (io NON voglio essere amico di una donna), ma non si resterà nemici. Al limite, estranei non ostili.
Finora, in vita mia, ho avuto non più di 3 re-incontri di "ricucitura". Due sono serviti a spiegarci, in grande ritardo (ma meglio tardi che mai...). Uno è servito a ritrovarci, ma purtroppo lei vive all'estero e ha un marito informatico. Questo ci induce a un'estrema prudenza e ci blocca non poco. Ma uno dei miei motti preferiti è memento audere semper, per cui, mai dire mai...
Piero Visani
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