martedì 18 giugno 2013

L'opzione russa

        Nello splendore incantato del Lough Erne, in Ulster, uno dei luoghi più belli che lo scrivente abbia mai avuto modo di visitare, la Russia di Putin si presenta con il profilo di una nazione che intende ritornare rapidamente all'antica potenza e alla capacità di svolgere un ruolo positivo e propositivo nel mondo.
       Mosca non può accettare passivamente il fatto che gli Stati Uniti e la Cina decidano il suo destino, e deve ritornare a recitare un ruolo da protagonista sulla scena mondiale.
        Se le classi dirigenti europee fossero formate da uomini politici degni di questo nome, e non da lacché prezzolati degli USA, tutti, senza distinzioni di sorta, cercherebbero un contatto e una relazione con la Federazione Russa, perché il blocco euroasiatico è l'unica prospettiva possibile, oggi, per la Vecchia Europa. Distruggere deliberatamente la prospettiva occidentale, che ci ha fatto scomparire dalla scena planetaria e ci ha ridotti a servi sciocchi di Washington, e puntare a un'alleanza di lungo periodo con la Russia, dando vita a un blocco eurasiatico, molto forte sotto il profilo energetico e tecnologico e - come tale - pronto a recitare nuovamente da protagonista a livello globale.
       La Russia ha bisogno dell'Europa non meno di quanto l'Europa abbia bisogno della Russia e - se non altro - condividiamo un nemico comune, che per noi è un nemico mortale, gli Stati Uniti, la potenza che ha distrutto il nostro ruolo nel mondo e ci ha ridotto a un continente di ottuagenari privi di denaro, di figli, di speranze, di futuro. Interessati solo a vacanze e Welfare.
       La creazione del blocco eurasiatico è tanto più possibile, e auspicabile, quanto più la Russia comprende che deve rompere con il blocco american-sionista ed appoggiare, dovunque e comunque, tutti coloro che lo contrastano, siano essi la Siria, l'Iran o qualsiasi altro Paese. Ne va del futuro del mondo, per non parlare della componente di terzietà che una soluzione del genere introdurrebbe nel quadro politico internazionale, oggi dominato solo da Stati Uniti e Cina. Un soggetto terzo come l'Eurasia (Europa + Russia) sarebbe fondamentale nello sparigliare i giochi e creare nuovi equilibri e nuovi scenari politici.
       Putin - come ha dimostrato in questi giorni - è deciso a farlo in forma sempre più netta e marcata. Pensare che le classi dirigenti europee, al soldo della finanza american/sionista, possano dargli un supporto, è semplicemene assurdo. Ma una mano al disegno putiniano potrebbe venire dagli europei, molti dei quali, a cominciare da tutta l'Europa meridionale, non hanno più nulla da perdere - per dirla con Marx - se non le loro catene. La prospettiva euroasiatica è l'unica che può dare un futuro, e dunque una speranza, a questo continente di "cadaveri in buona salute".
        Chissà se la gioventù europea, prima di perdere ogni speranza in una vita che non sia di miseria, vorrà giocarsi quest'ultima chance? C'è da augurarsi di sì. Ormai siamo tutti con le spalle al muro, privi di ogni prospettiva e di ogni denaro. Dunque non abbiamo nulla da perdere. E non aver nulla da perdere rende lucidi, straordinariamente lucidi... Nonché attivi, propositivi, ribelli...
 
                             Piero Visani

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