Giusto per la precisione storica, cui tengo molto, non mi piace passare sotto silenzio il fatto che, proprio un anno fa, di buon mattino, sono stato oggetto della mia "defenestrazione di Praga". Sfortunatamente per i miei aggressori, un loro banale errore tecnico di lancio ha fatto sì che, dopo essere volato dai finestroni del castello di Hradcany, io sia atterrato su un mucchio di detriti, proprio come toccò - quel lontano 23 maggio 1618 - al funzionario imperiale Philip Fabricius, successivamente elevato a nobiltà con il titolo onorifico di "von Hohenfall" [c'era senso dello humour, all'epoca...].
Ammaccato ma vivo, e comprensibilmente irato, anche se i miei aggressori si affrettarono a chiarire di "non comprendere le ragioni di tanto risentimento" [ma "c'erano" o "ci facevano"?], mi preoccupai subito di "rendere la cortesia", badando però a non fare troppo male ai medesimi, ma solo a rimettere, per così dire, le cose in pari.
La mia reazione purtroppo non fu gradita e tanto meno compresa, sebbene io avessi cercato subito di chiarire che non si trattava altro che di un mero atto compensativo. Sfortunatamente, gli egalitari, quando sono oggetto di misure di pareggiamento, non si sa perché ma tendono ad arrabbiarsi, mentre i pacifisti, se non possono esercitare a titolo gratuito la loro virulenza, tendono, come le formiche, a incazzarsi.
A un anno di distanza, la situazione è sotto controllo. Ho persino provato a fare un gesto di pacificazione, ma la mia mano tesa è stata ignorata, con disprezzo e anche con rabbia. Ne ho dedotto che ho colpito bene, a suo tempo, se suscito ancora tanta animosità e che pacifismo ed egalitarismo sono due "ismi": vanno bene se applicati ex cathedra Petri a dei poveri underdog, meno se portano a compiere un grave errore tecnico con un guerriero [occorreva ucciderlo, metaforicamente, altrimenti...]. La reazione, a quel punto, è inevitabile, e fa male, molto male. Costringe, per certi versi, a portarmi "sempre un po' con sé"... Ma è quello che mi si era promesso, no? Dunque è giusto che anch'io dia il mio contributo al mantenimento delle promesse. Quello è vero dialogo...
Piero Visani
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