domenica 2 giugno 2013

Meglio tardi che mai...!

      "Dottor Visani, vedo che ci è arrivato anche lei, finalmente!"
       L'incipit della telefonata è classico: quando mi vuole prendere pesantemente in giro, questo mio amico fraterno mi dà sempre del "lei".
       "Caro Massimo, il fatto è che io penso sempre 'alto'. Ho una naturale difficoltà a volare basso..."
       "Quale errore, caro dottor Visani, quale errore! Così ha messo quasi un anno a capire quello che io (e molti altri invero...) avevano capito in un'ora...!"
        "Sai che non brillo per acume tattico. Amo le visioni strategiche..." - obietto debolmente.
        "Eh, d'accordo, ma così..." - ribadisce quasi sghignazzando lui.
        "Vuoi dire che c'ho messo quasi un anno a capire di essere oggetto di una colossale presa in giro?"
        "Eh già!".
        "Allora sono proprio fesso...!"
        Silenzio imbarazzato, ma in realtà ilare. Poi parte la stoccata: "Ma faccia due più due, caro dottor Visani! Che cos'è che l'ha messa fuori da tutto? Chiudere la partnership e dunque qualunque sbocco profittevole, utile [e scandisce quest'ultima parola quasi mussolinianamente: U-TI-LE]. Siccome Lei, con le sue decisioni rabbiose, ha fatto venire meno la partnership, a quel punto - caro il mio gonzo - è venuto meno lei. E se ha suscitato qualche furia nella controparte, non è certo stato perché è venuto meno lei, ma perché è venuta meno la partnership. Glielo dissi allora e glielo ribadisco ora".
         "Che ti devo dire, caro Massimo? Vuoi che ti dica che avevi ragione? Avevi ragione!".
         "Meglio tardi che mai, caro dottor Visani. Ma abbia la buona creanza, per una volta, di seguire i consigli del suo Massimino, che è tanto più esperto di femmine di lei...".
         "Sì, hai ragione. Avrei dovuto... Ma la rabbia ha avuto la prevalenza sull'ironia".
         "Mi scusi, dottore. C'è stata anche tanta incapacità di analisi". Come sempre, il buon Massimo si allarga e viene meno al "naturale" rispetto che mi deve. "Sa, lei, perduto dietro ai suoi percorsi di vetta, si dimentica sempre di fare 'i conti della serva'. Ma si soffermi un attimo sulle reazioni che ha suscitato quando ha sfasciato il giocattolino: le parevano reazioni da disinteressati...?"
         "Scusa, Max, ma mi telefoni, per di più di domenica, solo per farmi incazzare?"
         "No" - sghignazza lui, passando finalmente dal "lei" al "tu" - "sono contento per te. Era ora che capissi qualcosa..."
         "Sei più complimentoso del solito, oggi..."
         "No, sono lieto che tu abbia infine capito. So che sei bravo a leggere le cose complesse. Purtroppo per te, non sei altrettanto bravo a leggere le cose semplici. Eri un giocattolino utile diventato di colpo, per reazione rabbiosa tua, un giocattolino inutile. Potevi metterci un po' meno tempo a capirlo, non credi? Proprio il tuo passaggio dall'utilità possibile all'inutilità certa ti ha fatto buttar via senza problemi e anche con parecchia stizza. Sai, a chi ama l'utile gli investimenti improduttivi danno parecchio fastidio e tu, sfasciando tutto, sei diventato un investimento altamente improduttivo. Volevi che ti si chiedesse scusa...?".
         "No, no, d'accordo. Ho capito".
         "Hai finalmente capito quanto è bravo Massimino e che buoni consigli ti dà?"
         "Si, grazie, alla fine l'ho capito".
         "Mi darai più retta in futuro?"
         "Questo è da vedere. Mi piace arrivare in fondo alle cose da solo".
         "Va bene. Però cerca di fare un po' più in fretta, la prossima volta, tontolone mio...!"
         Vorrei strangolarlo, anche a distanza, ma come si fa a strangolare, per di più a distanza, una "bocca della verità"?
 
                                                Piero Visani
        

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