Sto leggendo molto. Le cose più diverse. Cercando spunti. L'idea di fondo è quella di continuare il blog con frequenza pluriquotidiana (se ci sono tempo e spunti per farlo) e, una volta arrivati all'11 dicembre 2013, chiudere la prima annata del blog stesso in modo da avere l'intero materiale dell'anno per scrivere il libro.
Naturalmente il blog continuerà, ormai gli sono troppo affezionato, ma ho pensato che avere davanti agli occhi, in termini di post, la "storia di un anno" sia preferibile al concentrarmi sul libro durante l'estate. Lo spazio temporale di un anno, infatti, è a mio giudizio quello giusto per un'opera che non vuole comunque avere un carattere diaristico, ma semmai quello di un voyage autour de moi-meme.
Desidero infatti che si stemperino passioni, rabbie, attriti, tensioni e che l'opera si proietti su un arco temporale più giusto. Certo, dentro di essa ci saranno le mie esperienze più recenti e più sgradevoli, ma viste in una proiezione di lungo periodo e soprattutto non distribuendo colpe o lanciando accuse, ma semmai descrivendo gli enormi danni che possono venire a una persona dal suo essere ingenuo, disponibile, genuino, sincero, appassionato, franco. Tanto più se - come nel mio caso - aveva pure avuto qualche avvertimento amichevole a stare molto in guardia.
Una prospettiva di dodici mesi mi è apparsa più adatta a contestualizzare il tutto e a proiettarlo nella giusta dimensione, senza sentirmi vittima, limitandomi semplicemente a sorridere se presentato come carnefice, accettando benevolmente di essere oggetto di furie più o meno cieche e di tentativi di criminalizzazione.
Karl Marx ha scritto che la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Io, rispetto al detto marxiano, sono stato infinitamente più fortunato: mi sono risparmiato la tragedia e sono precipitato per intero solo nella farsa. Ma ormai ne ho preso atto. Ieri sera sono persino riuscito a riderne a lungo insieme a un caro amico di una vita, che nelle mie storie è rimasto tangenzialmente coinvolto e, a differenza mia, non ha subito "massacri alla memoria". D'accordo che io sono un natural born killer e non merito pietà, però c'è gente proprio fortunata...!
Piero Visani
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