Una mia cliente, una donna intelligente per la quale sto scrivendo un libro come ghostwriter, accoglie di buon grado la mia richiesta ad affrancarmi dal compito di scriverne le parti più squisitamente femminili. Le faccio infatti presente che sono al momento afflitto da una feroce misoginia, per cui non sarei la persona più adatta.
Con l'apertura mentale che le è tipica, noto che accoglie di buon grado il mio invito e gliene sono infinitamente grato. Non so infatti che cosa potrei scrivere e sarebbe tutto intinto nel veleno. Lei lo ha lucidamente compreso e, siccome abbiamo una buona confidenza, mi libera volentieri dallo sgradevole compito. Poiché è anche molto gentile, mi chiede se in qualche modo potrebbe aiutarmi, ma io, pur apprezzando profondamente il gesto, le spiego che non saprei proprio che cosa chiedere. Non ho esigenze, desiderata, ambizioni. Mi basta solo occuparmi - per i prossimi trent'anni, cioè per il tempo che si verifichi un'opportunità di "eterno ritorno", così come l'ho descritta in un altro post - di uomini e di cose da uomini. Non chiedo altro. Per eventuali esigenze pressanti, ci sono le mercenarie, e Dio le benedica. Se poi la fortuna volesse darmi una mano più di quanto non me ne abbia data fino ad oggi, facendomi incontrare una donna che possa destare il mio interesse, e ricambiarlo, ovviamente ne sarò lieto, ma credo di avere tante probabilità quanto quelle di una vincita multimiliardaria alla lotteria. Dunque lavoro, silenzio e isolamento.
Piero Visani
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