lunedì 10 giugno 2013

On the road again

       Ho un numero di telefono in mano. Lei è alta, bella, di classe. Lunghi capelli castani, molto chiari. Fisico sottile, lunge gambe. Mi dicono sia divorziata, con una figlia già grande. Pare lavori nella moda, ma non è certo.
        Abbiamo marciato rapidissimi per una serata intera, in un crescendo naturale dettato da qualcosa di simile a una folgorazione. Una folgorazione fisica, nient'altro che fisica. Non c'era modo o tempo per fare molto di più. Abbiamo lasciato correre i nostri sensi, ed era quello che ritenevamo giusto fare, per soddisfare un'esigenza palesemente comune.
        Ora, a 24 ore di distanza, mi interrogo sul da farsi.
        La prima sensazione è fantastica: in un colpo solo, questa donna ha spazzato via dalla mia memoria gli ultimi due anni e mezzo della mia vita, e lo ha fatto con la sua straordinaria sensualità. Una sensualità ancestrale, formidabile, fantastica. Avevo perso memoria, di donne così, o forse non ne avevo mai incontrate.
         Tutto quello che avevo vissuto, con tanta pena e dolore, in questi ultimi 24 mesi, è stato travolto in un attimo, così come accade tutte le volte che, dopo aver penato a lungo per ottenere niente, a nessun livello, né psicologico, né sentimentale, né fisico, ti ritrovi immerso in una "tempesta perfetta", dove tutto ciò che accade gioca a tuo favore, mentre prima giocava sempre e comunque a tuo sfavore.
         La disabitudine è una cosa sorprendente e io avevo dimenticato che cosa può dare ad un uomo una donna accogliente, che promette e mantiene, che nutre robusti appetiti e cerca di soddisfarli. Venivo da un universo di divieti, di chiusure, di impedimenti. Avevo perso il senso della gioia, dell'infinita gioia che il sesso può dare.
         Credo, almeno per la prima parte della serata, di non avere dato grande prova di me, perché ero bloccato, inibito, incredulo. Ma lei sapeva bene che cosa voleva, e in breve mi ha risvegliato.
         Ho toccato il cielo con un dito, quel cielo che mi mancava da tanto tempo, che non riuscivo a raggiungere, che trovavo sempre sbarrato. Di colpo ho visto tutto chiarissimo, ho capito tutto, sono stato aiutato ad uscire in un attimo da quella condanna cui mi ero votato quasi da solo, per amore.
         Ora sono qui, travagliato da varie sensazioni. La più bella e più immediata è di essermi lasciato definitivamente alle spalle un cattivo passato, di cui, a questo punto, più nulla mi importa. Sì, ho fatto per un periodo lunghissimo "i fioretti di San Francesco" e ho cercato pure di farmeli piacere, ma mi hanno tenuto lontano dall'amore profano (l'unico che mi piaccia davvero) e, sul versante dell' "amore sacro", dopo un periodo di esaltazione sono sprofondato in fondo agli inferi, odiato, disprezzato, emarginato. Su tutto questo l'esperienza di ieri sera è passata come bulldozer, facendo tabula rasa di tutti i pesi che mi gravavano sull'animo. In un solo momento ho capito quanto fossi stato stupido a correre dietro a una persona che neppure sapeva chi fossi, e che mi trattava sempre peggio, con crescente disprezzo e ostilità.
        Abituato a prendere ALT, pagelle onuste di brutti voti, giudizi negativi, indicazioni su come fare e come comportarmi per essere un po' migliore, mi sono ritrovato tra le braccia di uno splendore che voleva solo me. Poco importa che volesse solo me per quella sera, se per caso dovesse essere così. Quella sera, comunque, voleva solo me. E non certo da inibita, repressa o sessuofoba. Da donna, da donna vera, da donna esperta, matura, esigente.
        Dopo aver percorso a lungo le vie dell'Ade, bazzicandone ogni sentiero, anche i più inesplorati, mi sono ritrovato con una dea dell'Olimpo.
      Stento ancora a crederci, perché chi soffre a lungo ha una tale disabitudine per le gioie che fatica a riconoscerle e ad ammetterle, quando arrivano.
       Ora sto pensando al da farsi, ma ho già deciso che le telefonerò. Mal che vada, potrebbe essere una semplice storia di sesso, la nostra. Comunque preferibile a qualsiasi storia di repressione e sessuofobia. Come minimo, siamo entrambi già appagati. Non abbiamo zone di "non detto", di quel "non detto" sessuale che, tra un uomo e una donna che si frequentano intensamente a livello personale, è il peggiore e il più inibente dei "non detti".
        Dopo tante soste, sofferenze e criminalizzazioni, ho deciso: on the road again. Mi sono fatto massacrare per anni, senza meritarlo minimamente. Mi sono lasciato dipingere come un criminale, oggetto delle peggiori discriminazioni, avendo come unica colpa quella di essere vivo e vero. Ora basta. Ho la possibilità di piacere a donne bellissime, perché non sfruttarla? Perché stare a piangermi addosso? E per quale motivo, poi? Io che ho sempre dato tutto e di più, salvo essere "premiato" con un gigantesco pedatone. Me lo tengo, ringrazio e scompaio per sempre.
 
                             Piero Visani

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