lunedì 3 giugno 2013

La voce della fogna

      La cosa più divertente che ho fatto, negli ultimi anni, è stato un reiterato e protratto bagno di umiltà. Sono volato giù per antiche scale, cacciato di qui e di là, cancellato da social network, dannato ad silentia, travolto da pagelle con voti molto bassi, bloccato da reiterati ALT, oggetto di furie nascoste ma tangibili. Mi mancano solo l'ergastolo e la pena di morte. Ma non si sa mai... Anzi, forse è come se già ne fossi stato dichiarato (in)degno ad honorem...
      Sono cose della vita. Il problema è che anch'io - come altri - sono un po' un muro di gomma. Prendo botte a tutto spiano. Magari per un po' reagisco, poi mi stufo.
      Ho cominciato perfino a chiedermi come mai proprio io meritassi tanto onore, visto che, in definitiva, come criminale non mi pare di essere poi così di alto livello. Una spiegazione (più d'una, per la verità) ce l'avrei, ma a questo punto preferirei tenermela per me, onde evitare nuove esplosioni di furia cieca, e continuare nel mio bagno di umiltà.
       Del resto, ho un precedente fantastico, che dimostra come certe cose siano iscritte nel DNA delle persone. All'inizio degli anni Settanta, quando le strade e le piazze delle città italiane erano percorse da giovani attivisti comunisti e dei gruppuscoli dell'ultrasinistra, una delle meno truci piacevolezze rivolte a noi sbarbati di opposta fazione era il mitico:
 
"Fascisti, carogne, tornate nelle fogne!", ripetuto fino all'ossessione.
 
       Fu allora che, riflettendo sulla piacevolezza di tale insulto, Marco Tarchi e i suoi amici fiorentini diedero vita a una rivistina che ha fatto la storia della Destra italiana, la celeberrima "La Voce della Fogna", la quale appunto intendeva essere il "foglio" ufficiale della Destra alternativa giovanile. E quale migliore soluzione, per noi "fascisti" carogne, che eravamo "caldamente invitati" dagli avversari politici a tornare nelle fogne, che battezzare la nostra pubblicazione ufficiale "La Voce della Fogna"! Già allora il sense of humour non ci mancava, anche se erano tempi in cui fioccavano le bastonate, le sprangate e anche le pistolettate, e di morti ne abbiamo avuti anche troppi.
       Ho ripensato a queste cose, riflettendo sulla mia sorte recente e, più che un bagno di umiltà, ho fatto uno straordinario bagno di gioventù. Il mio destino - da giovane o da vecchio - è sempre lo stesso e questo dà senso di continuità, e anche di "onore e fedeltà": nihil sub sole novi, c'è sempre una fogna pronta ad accogliermi. Grazie, grazie di cuore!
       A pensarci bene, "La voce del cassonetto" non ha lo stesso impatto comunicativo. "La Voce della Fogna", per contro, è proprio la mia, è quella che mi interpreta meglio, che dà maggiore credibilità alla "merda umana" che sono. Mi sa che ne farò uscire a breve altri numeri. Mi piace troppo...!
 
                                       Piero Visani
 

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